busalla 2013

Comitato Salute pubblica: un nuovo manifesto!

Posted in articoli by dis'ordinato on mercoledì, dicembre 31, 08

comitato

Dopo l’incendio del luglio scorso, il Comitato non aveva più espresso nessuna posizione nelle affissioni pubbliche e invece, per non deludere i numerosi fans, oggi si possono ammirare in paese i nuovi manifesti. L’ennesimo grido di allarme, sia chiaro giustificato, ma sbagliato, come al solito, nei modi e nelle comunicazioni. Ancora una volta è la strategia mediatica che vanifica l’operato del Comitato, sempre astioso e “acido” nei confronti di tutti, busalla2013 compreso; basta vedere i commenti in questo blog di Monica Colombara.  Qualcuno, nel dibattito politico in corso a Busalla, pensava che il Comitato fosse un soggetto credibile con il quale dialogare, dai toni non credo sia così e rimane  il braccio operativo del Sindaco, il quale preferisce far approvare entro fine anno il bilancio per poi andare a godersi le meritate vacanze nei lidi da lui preferiti.  Quali strategie per incidere nelle politiche regionali sull’ambiente rispetto al problema della raffineria? Innanzitutto una maggiore azione politica del Sindaco e non litigi continui con Burlando e tutti i rappresentanti istituzionali. In secondo luogo pensare realisticamente a risolvere la questione della riconversione dell’area e quali strategie da attuare per realizzarla, ma non spendendo soldi pubblici in consulenze inutili. Ah dimenticavo, senza una progettualità che futuro avremo? Un futuro guidato dall’armata Brancaleone di Pastorino con assessori con deleghe importanti (urbanistica),  con gravi carenze culturali ed esperienziali? O guidati dalle pulsioni “rivoluzionarie” del Comitato?

Nel frattempo è finito l’anno…auguri per un onesto 2009!

San Nazzaro de Burgondi:il paese-raffineria

Posted in cartoline by dis'ordinato on sabato, dicembre 27, 08

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busalla2013 mette in palio una gita a San Nazzaro de Burgondi, paese-raffineria, in provincia di Pavia a tutti coloro che hanno  scritto il post più lungo ma anche (veltronismo) quelli che hanno scritto più commenti nel blog. Ovviamente se ci sono dei volontari che vogliono partecipare alla gita sono i benvenuti, ovviamente pranzo al sacco nell’area verde dinanzi alla fantastica raffineria Eni.

Gli appuntamenti di busalla2013

Posted in articoli by dis'ordinato on sabato, dicembre 27, 08

cari blogger,

busalla2013 strutturerà una serie di incontri-conversazioni con l’obiettivo di dibattere e discutere sul rapporto tra comunità busallese e raffineria, in relazione alla realtà locale e a situazioni analoghe in altre parti d’Italia.
Gli incontri avverranno nei primi mesi del 2009 e avranno per oggetto le parole chiave del progetto busalla2013:

#TRASPARENZA
-Presentazione del libro di Marco Preve e Ferruccio Sansa “Il partito del cemento”
-Comunicazione=Trasparenza
Conversazione con Scira Menoni, urbanista, Politecnico di Milano, esperta di rischi industriali e ambientali.

#DELOCALIZZAZIONE?
-L’esperienza di riconversione della raffineria Erg a San Biagio-Bolzaneto
Conversazione con Francesco Gastaldi, urbanista, ricercatore Università IUAV Venezia

#FUTURO
Ipotesi di scenario futuro

Il sociologo Ulrich Beck sull’ambiente

Posted in articoli by dis'ordinato on lunedì, dicembre 22, 08

Riccardo Staglianò:
Possibile che il timore di una catastrofe futura sia l’unico modo per far comportare la gente in un modo più rispettoso dell’ambiente?E quanto ciò accresce le nostre ansie quotidiane?

Ulrich Beck:
Diciamo anche che si sta sviluppando un “capitalismo verde”, parti importanti dell’economia globale chiedono un’azione politica forte contro il climate change anche come fonte per nuove opportunità di crescita. Questi non sono neo-samaritani che agiscono per spinta umanitaria. Tuttavia il consenso globale sulla protezione del clima crea nuovi mercati, come sempre accade quando un rischio globale viene riconosciuto come tale. E i principi precauzionali abbracciati dagli Stati incoraggiano la produzione a zero emissioni e tecnologie energetiche efficienti, con chiare ricadute economiche. In questo caso l’anticipazione di una catastrofe futura può insegnare non tanto alla gente ma ai governi e alle aziende ad aprire nuove strade per guadagnare. Ha ragione però quando si chiede se le persone siano pronte, e fino a che punto, a uno stile di vita più ambientalista. E’ una domanda ancora aperta. […]
Intervista di Riccardo Staglianò pubblicata su La Repubblica del 21 dicembre 2008

L’espresso: Il mostro di Busalla

Posted in articoli by dis'ordinato on giovedì, dicembre 18, 08

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Se lo ricorda eccome, Michela Bologna, lo scoppio e l’incendio del 2005 alla raffineria Iplom di Busalla. «Era settembre, le dieci di sera. Avevo aperto la finestra perché sentito dei soffi, dei sibili strani. Di colpo l’esplosione, la vampata di fuoco, alta decine di metri, la colonna di fumo nero. Ho urlato, ho chiamato tutti, siamo scappati in strada chi in pigiama, chi in vestaglia. Le famiglie intorno sono sfollate come noi, qui davanti si stava svolgendo una sagra. I carabinieri sono arrivati dopo più di due ore. Siamo rientrati dopo l’una di notte, l’asfalto ci si scioglieva sotto le scarpe».

La signora Bologna alla Iplom ci pensa di continuo. Ai rumori, agli odori di benzina, di zolfo, di uova marce, secondo il vento. Al valore calante della villetta primo Novecento costruita dal nonno. Siamo davvero a un tiro di fionda dalla raffineria, il mostro di Busalla nell’imbuto della Valle Scrivia, dietro i monti di Genova. Le sue denunce sono finite nel vuoto, un paio di volte ha trovato la macchina danneggiata. La raffineria dà lavoro, ma oggi è soprattutto una fonte di allarme per la comunità, 5.800 abitanti schiacciati da un groviglio di cisterne, torrette, camini e chilometri di tubature letteralmente appoggiato all’autostrada A7 Milano-Genova. Un settore degli impianti, addirittura, continua dall’altra parte delle quattro corsie, collegata da un sottopasso. Di notte l’impianto è ingioiellato di tubi bianchi al neon (la lavorazione è a ciclo continuo), e pare di attraversare il set del film “Brazil” di Terry Gilliam. Un posto assurdo, per produrre gasoli, bitumi, oli combustibili a basso tenore di zolfo. La desolforazione dell’idrogeno è tra i primi fattori di rischio. Ora si attende da Roma il via libera all’Aia, autorizzazione integrata ambientale. E i busallesi si agitano.

È dagli anni Ottanta che accadono incidenti: scoppi, ferimenti di operai, falle nelle tubature, sversamenti di oli e nafta nello Scrivia, nubi gassose. Ogni volta l’allarme, la riparazione, le scuse, le promesse. Ora la novità. Dopo il secondo incendio grave in tre anni, lo scorso 31 luglio, avvenuto – sembra uno scherzo – subito dopo l’Open day aziendale (fu chiusa l’autostrada), la comunità locale, dove non abbondano i Robespierre, condizionata com’è dal fattore lavoro (in 250 lavorano alla Iplom, altri 50 nell’indotto), si è data una mossa. In 600 hanno partecipato alla fiaccolata di protesta, senza aspettare le indicazioni del Comitato di salute pubblica. Appaiono volantini e manifesti. Un architetto, Emanuele Piccardo, apre un blog (busalla2013.wordpress.com) per denunciare «questa piccola Gela sottocasa». In paese girano battute forti: «Ci scappasse il morto, finalmente arriverebbero i telegiornali». A settembre il sindaco Mauro Pastorino scrive ai cittadini che «la Valle Scrivia e la Iplom non sono compatibili», a fine novembre invia una lettera ufficiale a tre ministeri (Interno, Sviluppo economico, Ambiente), alla Prefettura, alla Regione e alla Iplom medesima. Chiede di delocalizzare la fabbrica.

Il sindaco è un chirurgo a capo di una lista civica. «Io sono contro l’allarmismo stupido, le voci sui tumori a Busalla, ad esempio, sono fuori luogo. La Iplom ha investito in sicurezza e tecnologie in questi anni, però è evidente: neanche in Ruanda si piazzerebbe una raffineria in mezzo a un paese. Dalla raffinazione semplice si è passati al cracking, processo a bassa emissione di zolfo che avviene ad alta pressione e alte temperature. Ma la proprietà, la famiglia Profumo, non ci informa delle nuove produzioni. E non possiamo accettare ampliamenti e modifiche del ciclo produttivo in assenza di trasparenza».

A “L’espresso” il presidente Giorgio Profumo assicura: «La lettera ci è arrivata solo il 5 dicembre. Faremo tutto il possibile per rispondere prima dei 60 giorni richiesti». Quanto al trasloco della raffineria, Profumo risponde così: «Siamo disponibili a parlare con persone affidabili che abbiano una strategia per identificare il sito, provvedere alle nuove autorizzazioni e reperire la maggior parte delle risorse indispensabili a un trasferimento».

L’imprenditore non chiude la porta. Ma la politica quanto è compatta? Il presidente della Liguria Claudio Burlando dice: vorremmo delocalizzare ma non troviamo l’area. A parole sono critici anche gli assessori interessati, il consiglio regionale si esprime all’unanimità per spostare la raffineria da Busalla, ma poi il capogruppo del Pdl, Nicola Abbundo, un cattolico di area scaioliana, chiede di mantenere l’azienda in loco. A parte questo minimo indizio, dove sono le sponde politiche della Iplom? E che tipi sono i Profumo?

Il classico ingegnere chiuso in fabbrica dalla mattina alla sera. Chi lo conosce bene descrive così il cinquantaquattrenne Giorgio Profumo, nessuna parentela con il più famoso Alessandro di Unicredit. Suo fratello Luigi, due anni in più e somiglianza gemellare, è l’unico che «va un po’ in giro», dove s’intende l’impegno nella Confindustria di Genova, non certo l’andare per salotti. La famiglia Profumo controlla da sempre quella che loro, con understatement ligure, definiscono la più piccola raffineria italiana, fondata da papà Giovan Battista nel 1931 a Moncalieri, alle porte di Torino, e trasferita a Busalla durante la guerra. Ma nonostante l’abitudine a minimizzare, Iplom è pur sempre un gruppo da un miliardo di euro di fatturato (5,2 milioni l’utile 2007) controllato dalla Finoil, holding di famiglia con prestigiosa sede milanese nella Torre Velasca. Due anni fa, i Profumo hanno fatto un po’ di cassa cedendo il 20 per cento di Iplom a due fondi di private equity statunitensi sponsorizzati dai francesi di Société Générale, mentre il 30 per cento è in mano agli svizzeri di Energy Management. Insomma, non esattamente una compagine di provinciali.

Altri petrolieri, con questi numeri, avrebbero magari comprato una squadra di calcio di serie A. Invece i Profumo della Valle Scrivia al massimo finanziano il Busalla Calcio, la pallavolo femminile, regalano l’ambulanza alla Croce Verde, e i dirigenti si concedono alle scolaresche per spiegare che della raffineria non c’è da avere paura. Pagano stipendi sopra la media, e forse non è un caso se alla Iplom il sindacato non è troppo barricadero. Anche perché l’azienda investe molto in sicurezza. Ma il suo punto di forza è l’oleodotto che collega la raffineria al porto petrolifero: un unicum in tutto il Nord-Ovest. Se la Regione volesse imporle il trasloco, si dovrebbe trovare un accordo al ministero delle Attività produttive. Dove per accordo, s’intende una montagna di fondi pubblici. Non che il ministro Claudio Scajola, potente ras ligure, non sarebbe in grado di trovarli. Ma se sul caso Iplom Scajola, impareggiabile tagliatore di nastri tricolori, non ha mai proferito parola, forse significa che sarà più facile che a spostarsi sia l’autostrada.

I busallesi, comunque, non sono talebani. A giugno 2009 si vota. Il sindaco Pastorino assicura che, se mai la Iplom si spostasse, «l’area manterrebbe una vocazione industriale, ma per produzioni leggere, compatibili col territorio». Lo sfidante di centro-sinistra, Marco Bagnasco del Pd, presidente della Comunità montana, dichiara: «È impensabile che la Iplom delocalizzi senza incentivi, né che si riconverta in una fabbrica di cioccolata. Ma il ricatto occupazionale non basta più. Il comparto industriale della Valle Scrivia occupa dieci volte gli addetti della Iplom». A Genova c’è stata un’esperienza che qui citano in molti: il gruppo Erg dei Garrone a Bolzaneto ha smontato la raffineria convertendo l’area al terziario commerciale e alla residenza. Ma a Garrone, tra i petrolieri, viene riconosciuta una qualche sensibilità per l’ambiente. Si può dire lo stesso dei Profumo?

Enrico Arosio, Francesco Bonazzi

L’espresso n.51 del 23 dicembre 2008

Ringraziamo gli autori e la redazione de L’espresso per la visibilità data alla questione Iplom

L’autogrill restaurato

Posted in cartoline by dis'ordinato on giovedì, dicembre 18, 08

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Un bel regalo di Natale troveranno gli automobilisti che sosteranno all’autogrill ex Pavesi di Ronco Scrivia: il restauro dell’architettura progettata dall’architetto Angelo Bianchetti negli anni cinquanta; simbolo del boom economico. Il restauro è un successo della Soprintendenza ai Beni Architettonici della Liguria e del funzionario di zona l’architetto Silvana Balbi, grazie anche alla disponibilità del Gruppo Benetton che non si è opposto al vincolo applicato dalla Soprintendenza e che ha concordato il restauro del manufatto.

Intervista a Marco Bagnasco candidato sindaco del PD

Posted in articoli by dis'ordinato on martedì, dicembre 16, 08

L’Espresso apre un’inchiesta su nostra sollecitazione

Posted in articoli by dis'ordinato on lunedì, dicembre 15, 08

Comunico ai visitatori del blog che su  iniziativa di busalla2013, il settimanale L’Espresso ha aperto un’inchiesta giornalistica sul caso Iplom che uscirà giovedì prossimo, un regalo di Natale che noi facciamo alla comunità busallese. Sottolineo l’importanza di aver condotto a Busalla una delle firme più prestigiose del giornalismo d’inchiesta, Enrico Arosio. Un successo che va al di là di ogni aspettativa e che rimarca la differenza di impostazione e di approccio al problema ambientale tra busalla2013, l’Amministrazione e il Comitato Salute Pubblica. Arosio infatti è rimasto colpito dal fatto di essere stato contattato da un blog e non da chi amministra o da coloro che, dagli anni novanta, si battono sulla questione Iplom. Ho sempre criticato l’atteggiamento del Comitato orientato, in modo dogmatico, contro la raffineria dimostrando una grande incapacità a uscire fuori dal contesto locale per far si che la questione raffineria diventasse un problema nazionale.  In parallelo la posizione del blog nei confronti del Sindaco-Dottore non potrà essere più morbida, criticando punto su punto la sterile attività amministrativa, proprio alla luce della poco chiara intervista rilasciata all’Espresso, come se il Sindaco non volesse sbilanciarsi a svelare la sua strategia anti-Iplom. Non riesco a capire se il Sindaco-Dottore c’è o ci fa?

il progetto urbano

Posted in articoli by dis'ordinato on domenica, dicembre 14, 08

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Busalla rappresenta, come tutta la Valle Scrivia, un’area infrastrutturale e di servizio fin dalla sua fondazione. Le infrastrutture artificiali (autostrada, ferrovia) e quella naturale (Scrivia) determinano una cesura nel tessuto urbano enfatizzato dalla presenza della raffineria. La raffineria si è collocata su una piana che, originariamente, era destinata a uso agricolo poi tutta la fascia parallela alla Camionale (realizzata dal regime fascista nel ’36) viene occupata fino a raggiungere una superficie pari a centocinquanta metriquadrati; ciò è evidente anche da Google Earth. Il problema dell’uso del territorio busallese non coinvolge solo la Iplom ma tutta l’area industriale in relazione alla dimensione del paese; in questo senso si può affermare che metà paese è destinato ad attività industriale. Gli strumenti a disposizione dell’amministrazione sono raccolti in un documento programmatico e legislativo che è il Piano Urbanistico Comunale; il quale deve indicare le linee guida per il futuro sviluppo del paese. Queste linee guida ad oggi non sono state mai presentate pubblicamente con un serio e approfondito confronto tra Amministrazione, cittadini, associazioni di categoria. Se ciò è avvenuto non vi è traccia nell’attenta e mirata campagna promozionale attuata dal Sindaco-Dottore. Alcuni affermano che non si può focalizzare l’attenzione solo sulla Iplom, in parte è un pensiero condivisibile, però è tutt’altro evidente che la porzione di territorio occupata dall’azienda è consistente; in questo senso occorre partire da questa anomalia italiana (la presenza di industrie pesanti all’interno di realtà urbane) per progettare il futuro urbano. Busalla si trova in una posizione strategica rispetto al Porto e rispetto alla Pianura, ma è anche parte dell’area metropolitana genovese, ossia in base alla legge sulle aree metropolitane potrebbe diventare una landa desolata, più di quello che non è già, di Genova.  L’Amministrazione in carica quale progetto ha per il nostro futuro?Quali sono le strategie per il recupero e la trasformazione di aree dismesse o che potrebbero essere dismesse nei prossimi decenni (vedi Iplom)? Le risposte non deve fornirle Monica Colombara, ma l’assessore all’Urbanistica e il Sindaco. Non avere un progetto per Busalla che tenga in considerazione tutte le problematiche dalla Iplom all’Ospedale, dal reperimento di energie alternative  alla cultura, crea un danno enorme alla nostra comunità. Certo le proposte devono avere un fondamento, spesso non l’hanno avuto ma sono state l’autorappresentazione dell’ego dell’attore principale.

Le proposte progettuali di busalla2013 per il paese sono:

-miglioramento della qualità della vita attraverso una programmazione culturale, la realizzazione di un polo culturale polivalente che possa comprendere biblioteca, auditorium, spazi per la creatività giovanile, spazi per l’università della terza età; opera da realizzarsi attraverso la ricerca di sponsor privati(non la Iplom), pubblici e comunitari;

-individuazione dei fabbisogni dei cittadini attraverso indagini sociologiche(porta a porta) e di conseguenza verifica delle proposte e della loro fattibilità;

-diffondere nella comunità un senso ambientale attraverso una mirata campagna di comunicazione e iniziative collaterali;

-costituire un gruppo di lavoro composto da economisti, sociologi, antropologi, architetti, urbanisti per definire il progetto del futuro di Busalla nei differenti campi: occupazione, ambiente, fabbisogno abitativo…

-ri-progettazione dei “giardinetti”;

-progettazione ex novo area attrezzata per mercati e fiere

-riqualificazione Parco Villa Borzino e sistemazione dei giochi

-ri-progettare la piazza del municipio

-contrattare con RFI le aree del parco ferroviario della piccola (non per fare speculazione edilizia come voleva il Sindaco-Dottore)

Chi le saprà attuare?

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cartolina da livorno

Posted in cartoline by dis'ordinato on venerdì, dicembre 12, 08

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